Tu ti arrampicavi come un’edera la bambina ti seguiva e rideva. Cercava la luce giusta per poterti guardare. Quando le ombre degli alberi si allungarono noi due ci confondemmo. Non riuscivo più a vederti mentre l’inverno veniva verso di me, dal lago ghiacciato. Eppure eravamo. Chissà se lo sapevi. Non ballavo più davanti alla tua macchina da presa. Tra me e te vedevo le ombre. Ora che sei andato via...
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Una poesia tratta dal libro La Colonizzazione invisibile, Arcipelago itaca. XXXVII. Immaginazione Se la luna restasse ferma a mezzogiorno potrei essere incarnazione del creato rifiorire ogni ora dai ritorni ripensarti come un satiro bifronte. Se la musica del vento sentisse tutto il vuoto delle scatole parlanti genererebbe correnti planetarie interconnessioni indotte tra i vivi e i fili tra sangue, respiri e fibre ottiche fino a tornare pangea, placca, primordio. Ma...
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Siamo spesso attratti dalla sostanza delle cose, pensiamo di rendere comprensibile il mondo come se fosse. Eppure nulla è, di per sé. Siamo eventi tra gli eventi. Tutto quello che accade porta con sé la molteplicità e la complessità degli eventi che lo determinano. Anche la poesia è un accadere. Non è, accade. Nel momento in cui si manifesta è già accaduta, quando si trasporta nel tempo e nello spazio...
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Intervista di Sonia Ciuffetelli a Sergio Bertolino 1. Sergio Bertolino, iniziamo la nostra conversazione sulla poesia con una riflessione sull’uso delle parole e del ritmo. La versificazione, nel tuo modo di fare poesia, vuole avvicinarsi più alla narrazione o alla poesia lirica? Dove si sta orientando la tua ricerca stilistico-semantica? Non so stabilire con certezza un orientamento, ma a ben vedere esiste un fil rouge in quel che faccio, una...
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