Una poesia tratta dal libro La Colonizzazione invisibile, Arcipelago itaca.
XXXVII.
Immaginazione
Se la luna restasse ferma a mezzogiorno
potrei essere incarnazione del creato
rifiorire ogni ora dai ritorni
ripensarti come un satiro bifronte.
Se la musica del vento sentisse tutto il vuoto
delle scatole parlanti genererebbe correnti planetarie
interconnessioni indotte
tra i vivi e i fili
tra sangue, respiri e fibre ottiche
fino a tornare pangea, placca, primordio.
Ma la luna ha smesso di restare
amica stanca di un’alleanza difficile
dismessa compagna di giorni che non cedono alle notti
il privilegio di un raggio della Stella.
Perciò impariamo dal cielo tutto quello che c’è da sapere
e dall’immaginazione tutto quello che potendo, sarà.
Sonia Ciuffetelli