Il tema della madre attraversa ogni letteratura antica e contemporanea e si declina in senso religioso e laico attraverso il suo afflato umano e spirituale, carnale e mistico nello stesso tempo. Tutto il Novecento europeo si ispira a un diverso modo di sentire la madre e di evocarla, un modo nuovo che nasce dal costato di una tradizione codificata e piena del suo tempo e recide il cordone ombelicale con il tracciato secolare di versi ispirati alla maternità non tanto nell’essenza atavica e immota della percezione quanto nella dinamicità di punti di vista nuovi, angolazioni insolite, parole combinate e ingrandite dalla consapevolezza e dalla riflessione post-freudiana.
Scelgo oggi per noi una poesia dedicata alla madre. Una poesia che si intitola Stazione.
TOTI SCIALOJA
Stazione
Mi ostino nel gesto inetto di premere con una mano
sul vetro del finestrino malcontento delle mie impronte
gesto ripetuto invano che avrebbe ricacciato il fumo
del viaggio disastroso tra stridori di freni e oscillanti
lanterne rossastre fischi senza fine cozzar di ruote.
Lo scompartimento è invaso da quel fumo torpido e stanco
non si prevede l’arrivo il ritardo è da mozzafiato
mia madre ha cambiato numero il nuovo non è sull’elenco
dove l’ho trascritto? attendo da troppi anni una sua chiamata
alla stazione cerco un telefono non ridotto a pietra.