Vi propongo un po’ di poesia contemporanea. Versi di Michele Mari. Solo un lieve assaggio, vista la produzione poetica dell’autore e la complessità della sua opera.
La poesia, se centellinata, ci investe con un gusto più puro, io credo.
Buona lettura.
Da: Michele Mari, Cento poesie d’amore a Ladyhawke (Einaudi, 2007)
Ti cercherò sempre
sperando di non trovarti mai
mi hai detto all’ultimo congedo
Non ti cercherò mai
sperando sempre di trovarti
ti ho risposto
Al momento l’arguzia speculare
fu sublime
ma ogni giorno che passa
si rinsalda in me
un unico commento
e il commento dice
due imbecilli
. . .
Nel cuore sì
nella vita no
Presumo che per dirlo
ti sei già procurata
un bisturi
un barattolo
e due litri di formalina
. . .
Nella mia testa
c’è sempre stata una stanza vuota per te
quante volte ci ho portato dei fiori
quante volte l’ho difesa dai mostri
Adesso ci abito io
e i mostri sono entrati con me
. . .
Tu non ricordi
ma in un tempo
così lontano che non sembra stato
ci siamo dondolati su un’altalena sola
Che non finisse mai quel dondolìo
fu l’unica preghiera in senso stretto
che in tutta la mia vita io abbia mai levato al cielo.
. . .
Ogni volta che ci incontriamo
studio l’incanto per portarti via
ma ogni volta
ti giri su te stessa
e fai ritorno al tuo confortevole averno
Euridice che per ripetere i tuoi passi
non hai bisogno
della dabbenaggine di Orfeo
. . .
Amor ch’a nulla amato amar perdona
sempre suonommi assioma nauseabondo
Or s’è avverato
ma tale è il suo ritardo
ch’è come se nel punto di mia morte
dopo una vita di identiche giocate
venissero a informarmi
ch’è uscito finalmente il 10 000
sulla ruota di Alpha Centauri
. . .
Il tuo silenzio
dici
è pieno di me
Così so
come si sentono i morti
pensati dai vivi.
. . .
Il nostro fidanzamento è morto
adesso lo imbalsamo
poi mi iscrivo a un corso da ventriloquo
e come Norman Bates
apro un motel
. . .
Coincidere con chi si è diventati
credendo sia saggezza
è il più facile dei tradimenti
perché il suo castigo è nella pace
. . .